STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


FERDINANDO AMETRANO IMPIEGATO DI BANCA INTESA - CONSULENTE DI DELOITTE E BTO - ECCO IL SUO PROFILO SECONDO GIACOMO ZUCCO

  io e Ferdinando Ametrano DI GIACOMO ZUCCO

Ora dobbiamo, un po’ come in un film di Nolan, fare qualche salto temporale. L’impiegato del gruppo Intesa Sanpaolo Ferdinando Ametrano mi è stato presentato un paio di anni fa da una comune amica. Ametrano si era appassionato da alcune settimane al tema Bitcoin, che io seguivo giá da anni, ma non ne sapeva molto. Al primo incontro continuava a insistere sulla creazione di una altcoin che raggiungesse la stabilitá monetaria, secondo lui difetto insormontabile di Bitcoin. Il classico atteggiamento “I’ve just heard about Bitcoin, I’m here to fix it”. Poche settimane dopo l’ho rivisto alla bellissima Bitcoin Conference di Amsterdam, mentre cercava inutilmente di convincere personalitá internazionali della bontá delle sua altcoin. Siccome c’erano molti italiani, alla conferenza, io mi sono incaricato di fare un po’ da punto di raccordo, presentando tutti a tutti. Ho presentato Ametrano a tutti quanti, e ho anche un po’ difeso la rispettabilitá teorica della sua idea di altcoin davanti agli sguardi perplessi degli altri “bitcoiners” italiani. Pochi giorni dopo, su sua richiesta, ho portato in ufficio da lui alcuni dei piú bravi developer italiani che avevo conosciuto, tra cui Lawrence Nahum, creatore di GreenAddress, e Riccardo Casatta, futuro creatore di Eternity Wall. Ametrano ha approfittato volentieri della mia introduzione, tanto che nei mesi successivi ha coinvolto GreenAddress in una serie di bislacche proposte di business di cui si sarebbe fatto alfiere nella banca di cui è impiegato, tutte cose che poi si sono rivelate bolle di sapone.
 Giá in questi primi eventi, mi sono state riportate voci di doppi giochi e manovre sporche, da parte sua, ma io le ho sempre ignorate, difendendo Ametrano. Nel corso dei mesi, ho introdotto Ametrano a tutta la community italiana, chiedendogli anche di far parte del comitato scientifico di BHB Network. Il suo unico contributo in mesi e mesi, in questo ruolo, è stato quello di promuovere di nuovo la sua idea di altcoin “con stabilitá monetaria” all’interno del mio progetto, peró la sua credibilitá esterna è cresciuta. A me faceva piacere, perché in fondo Ametrano si stava trasformando, grazie alla continua interazione con gli esperti a cui lo introducevo, da cui imparava sempre nuove cose, in una sorta di “bitcoin maximalist”, come noi. Averne uno tra i dipendenti di una importante banca di sistema ci sembrava molto strategicamente molto utile, nonché forse un po’ divertente. In realtá, l’utilitá strategica si è rivelata in forma paradossale e “alla rovescia”: quando sono entrato in trattativa con Intesa Sanpaolo per offrire al gruppo la consulenza di BHB, mi è stato fatto capire che internamente il rapporto con Ametrano era visto come una liability piú che come un asset, visto che il suddetto aveva causato problemi a tutti i suoi colleghi e capi, rovinando completamente ogni connessione e rapporto professionale.
La raffigurazione di Ametrano mi sembrava eccessiva, ma devo francamente confessare di aver beneficiato, a livello di business, del fatto che la consulenza di BHB sia stata percepita come alternativa, a livello di budget, al progetto di Ametrano sulla sua altcoin “con stabilitá monetaria”. Ametrano aveva infatti proposto alla banca di creare una startup per lanciare questa altcoin. Una startup di cui, ovviamente, Ametrano avrebbe dovuto essere CEO, e che avrebbe fatto molti soldi grazie all’investimento da parte di utenti terzi in un “token” su blockchain, il cui valore sarebbe, a suo dire, salito nel tempo, garantendo la stabilitá di un altro “token”. Insomma: pare proprio che Ametrano fosse talmente mal visto, nel suo ambiente di lavoro, che la necessità di non lasciare troppa parte del budget “blockchain” in capo al suo strambo progetto di altcoin (con tanto di token da vendere agli investitori) ha aiutato il management a decidere per il nostro ruolo di consulenti. Con il senno di poi, credo e spero proprio che la scelta sia rivelata intelligente e utile in sé, al di lá di questa chiave di lettura. Ad Ametrano è stato affidato, poco dopo, il ruolo di “Head of Blockchain e Digital Currency”, nella banca. Ma lavorare con lui era impossibile: creava continui conflitti e litigi per ottenere importanza e visibilitá, rivelandosi tossico e distruttivo su tutto. La banca lo ha cacciato dalla posizione appena assunta, intimandogli espressamente di non occuparsi piú di blockchain in alcun modo. Ametrano ha venduto questo evento come un suo “abbandono della posizione, a causa del suo disaccordo con la strategia rispetto ad R3CEV”. Io sapevo che non era vero, ma devo confessare di non aver mai smentito la sua narrativa, che comunque a noi “bitcoin maximalist” faceva gioco: si trattava di “lottare” intellettualmente contro un comune “nemico”, la narrativa delle “blockchain private”, a mio parere tecnicamente insensata e deleteria per il cliente. La banca mi ha anche chiesto (a ragion veduta, visti i disastri creati) di escludere Ametrano dal comitato scientifico di BHB Network, ma io ho gentilmente rifiutato, facendo leva su un diverso dispositivo contrattuale (l’esclusione ufficiale di Ametrano da tutti i PoC e i report fatti per il cliente Intesa Sanpaolo). Arriviamo all’estate del 2016. A quel tempo io sono riuscito ad ottenere una cosa per cui avevo lavorato molto, assieme a molte persone del mio team: l’organizzazione a Milano della terza edizione della prestigiosa conferenza Scaling Bitcoin. Quando abbiamo dovuto decidere il “Chairman” del comitato organizzatore locale, Ametrano ha molto insistito con me e con tutti di poter avere quella carica, a scopi di legittimazione e visibilitá. Nonostante alcuni pareri inizialmente contrari, io ho convinto tutti con difficoltá ad accettare: mi sembrava un grosso guadagno per lui, a fronte di una rinuncia irrilevante per noi. Mi sono fatto promotore di questa scelta, dovendomi poi nuovamente pentire del supporto a questo personaggio: per tre mesi Ametrano non ha fatto assolutamente nulla per l’organizzazione di Scaling Bitcoin, saltando anche le call settimanali di aggiornamento, salvo poi presentarsi solo i giorni della conferenza per fare “il chairman”. La cosa ci ha creato molti imbarazzi con gli organizzatori internazionali, ma io ho sempre coperto e difeso Ametrano, davanti a loro. In un’altra dell’immensa serie di stupidaggini di cui mi sono macchiato, mesi dopo, ho presentato Ametrano alla societá di consulenza BTO Research. Con questa societá stavamo ragionando su una possibile partnership su alcuni fronti, tra cui quello dell’ “Academy” e della formazione. Io ho presentato Ametrano ai responsabili BTO come “in nostro uomo” per la formazione, su sua richiesta e proposta. Alla prima riunione, quando ha capito che la partnership era molto difficile da concretizzare, Ametrano si è smarcato da BHB, proponendo a BTO di assumere lui direttamente (non so con quale modalitá, visto il suo teorico lavoro full time come dipendente di una banca) per fare il docente di corsi in diretta concorrenza con noi, oltre che per sponsorizzare BTO in alcune consulenze a scapito di BHB. Noi abbiamo pregato Ametrano di lavorare insieme, chiedendogli di non fare concorrenza diretta a BHB...anche perché lui usava, da molti mesi, la sua connessione con BHB e con me al fine di avere accesso ai maggiori esperti internazionali e a tutte le informazioni che poi andava a vendere con un nostro diretto concorrente. Lui non ha accettato: l’unica modalitá che ha proposto per questa lealtá commerciale e la sua assunzione full-time per un budget totale di 250.000 euro all’anno. Si, la cifra richiesta era questa.
In cambio avrebbe riportato verso BHB alcuni clienti che aveva “dirottato” verso BTO. A questo punto il mio rapporto con Ametrano era, come intuibile, seriamente compromesso. Ma lui mi scriveva messaggi “strappa-lacrime” di continuo, mi invitava a pranzo facendo la faccia triste, dicendo che “ci teneva alla nostra amicizia al di lá del business”. Io mi sono un po’ lasciato influenzare da queste sceneggiate, e non ho mai tagliato i ponti, permettendogli di attingere al mio network di persone e informazioni per rivendere poi il tutto tramite un concorrente. Fino a che Ametrano ha deciso di tentare la sua ennesima carta di visibilitá tramite polemiche sterili, faide puerili e diffamazioni.
L’occasione era il suo tentativo di prendere il controllo dell’associazione di categoria per il nostro settore, AssoB.IT, da me lanciata e co-fondata con alcuni amici e colleghi alcuni anni fa. Il pretesto erano alcune polemiche di varia natura (dall’espulsione di un membro, che lui prima accusava e poi difendeva, fino ad assurde accuse ed a minacce di denunce penali relativamente a dei biglietti omaggio ad una fiera Fintech). Si è scagliato violentemente con fandonie infamanti verso persone per bene, oneste, rispettabili e del tutto innocenti, monopolizzando la vita sociale dell’associazione per settimane.

Quando il suo tentativo di prendere il controllo dell’associazione (con tanto di voti di scambio e cordate di deleghe) è fallito, ha abbandonato la stessa, spingendo tutti quelli che ha potuto a seguirlo con telefonate insistenti e pressanti. Un paio di aziende, messe in difficoltá dal suo comportamento e dalle grosse tensioni che ne sono derivate, hanno effettivamente abbandonato AssoB.IT, che ora peró procede in modo produttivo e sereno, avendo guadagnato molto dalla dipartita del disturbatore Ametrano. In quell’occasione, ho finalmente deciso di espellere Ametrano dal comitato scientifico di BHB Network, come avrei dovuto fare molto prima. Ametrano è venuto letteralmente a piangere davanti a me, per la dolorosa ferita umana che questo gli aveva arrecato. Io, per fortuna, sono abbastanza scemo, ma ho dei limiti, e non ho creduto alla sinceritá di quelle lacrime copiose. Da allora Ametrano ha iniziato in tutte le occasioni ad attaccare la mia figura, infamandomi con ogni pretesto. Invita spesso a pranzo i miei collaboratori e gli esperti a me vicini per rivelare loro di mie inesistenti esternazioni negative nei loro confronti, per esempio. In particolare, i suoi attacchi a me e al mio progetto sono diventati virulenti quando ho mostrato di non concordare con lui sul tema ICO. Ametrano, infatti, esalta pubblicamente gli interventi di divieto di queste attivitá, e gli organi politici e burocratici che pretendono di controllare gli scambi economici tra adulti consenzienti. Ametrano ha definito “truffatori” tutti i trader che vendono e comprano i token in questione. Anche se poi Ametrano stesso voleva lanciare una altcoin creata dalla sua societá facendo investire la gente in un token con la promessa che salisse di valore (una ICO, insomma), e ha personalmente partecipato alla ICO di Ethereum. Io invece, che non ho partecipato alla ICO di Ethereum, come a nessun altra, e che mi sono sempre espresso in modo scettico sulla faccenda, non voglio che queste attivita siano normate, vietate, e regolamentate. Io non credo nei burocrati e nella coercizione, credo nel mercato: a volte il mercato sbaglia, e facendolo impara. Ametrano ha iniziato, alcune settimane fa, a insinuare che io contrasto le ICO ed Ethereum in alcuni passaggi della mia attivitá professionale, ma poi sponsorizzo e supporto questi approcci in altri. L’accusa è falsa e infondata: i miei clienti, di tutti i tipi, sentono a riguardo sempre la stessa campana.

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